Tuesday, May 14, 2013

carpe diem

After the traveler woke up from his or her repose under the generous shadow of the contorted olive tree's slender leaves, he or she spat (probably a he then) the chewed up stem of wheat, lifted up the dusty back pack, looked up at the cloudless sky following the apparently random flight of a sparrow and continued his journey across the land of the written words....
The names came to his mind as he was strolling along the trail (the inspiration is in the movement)....Gertrude Bell, T.E. Lawrence, Sir Richard Burton ( our traveler must be of English descent)...and as he was pulling these names out of the brain archive he suddenly realized that a month is not nearly a speck in the universe enough to walk through those paths, but what impressed him even more was that it is a fact that dogs bark, cats meow, fish swim and human beings explore and we do it in all sorts of ways; another form of Play, that essential activity we seek after, from the cradle to the grave, (a topic brilliantly explored by Diane Ackerman in her book "Deep Play") sometimes rough sometimes not, at times good at times not, but that in the end always accomplishes what all the other animals already know how to do: be here, now
more to come....

3 comments:

  1. Ha un incipit letterario la descrizione dell’immaginario esploratore che riprende il viaggio nella terra delle parole scritte, dopo la sosta sotto i rami dell’ulivo contorto.
    Direi, immaginando una trasposizione cinematografica, che si potrebbe farlo interpretare a Clint Eastwood, per via dello sguardo obliquo al cielo senza nuvole, che osserva masticando lo stelo di grano.
    Mentre con gesto lento indossa sulle spalle lo zaino polveroso, ecco irrompere sulla scena una figura femminile di grande fascino, che ha notevolmente influenzato le politiche britanniche di inizio Novecento in Medio Oriente.
    Gertrude Bell, l’archeologa, diplomatica e spia, linguista, esploratrice dei deserti arabi, la cui vita romanzesca verrà raccontata in un film di Herzog di prossima uscita, “Queen of the desert”.
    Citava spesso Shelley nei suoi diari Gertrude : "Amo la neve e ogni forma di gelo raggiante. Amo le onde, e i venti, e le tempeste. Amo quasi tutto ciò che appartiene alla Natura, e che non è contaminato dalla miseria dell'uomo".
    E tuttavia, alla conferenza del Cairo nel 1921, sedeva pragmaticamente accanto a Winston Churchill e al leggendario Lawrence d’Arabia ( il T.E. Lawrence citato nel post ) per discutere sulla riorganizzazione del Vicino e Medio Oriente dopo la caduta dell’impero ottomano.
    Sulle spalle del Clint esploratore comincia a pesare lo zaino delle scoperte letterarie, via via che l’ispirazione in movimento della nostra eclettica libraia produce titoli e nomi.
    Ma che dire del monumento all’esplorazione che stiamo per incrociare sulle rive del lago Tanganica?
    Quel Richard Francis Burton, cui dobbiamo molte scoperte geografiche e la traduzione di testi come “ Le mille e una notte “ e il “ Kama Sutra “.
    Che viaggiò in Pakistan e India, andò alla ricerca delle sorgenti del Nilo, primo europeo a visitare la capitale della Somalia, Harrar, dopo aver vagato per quattro mesi nel deserto somalo.
    E ancora, camuffato da nativo e rischiando la pelle, compì il pellegrinaggio alla Mecca e lo descrisse minuziosamente in un libro che ancora oggi viene ristampato.
    Nel corso della vita imparò a conversare in una trentina di lingue e molti dialetti, fu console britannico in Brasile e Siria, per trascorrere gli ultimi diciotto anni di vita nel nostro Paese.
    Console a Trieste, vi morì nel 1890 e la sciagurata vedova diede alle fiamme i manoscritti che avrebbero potuto nuocere, secondo gli stilemi del costume vittoriano, alla sua reputazione.
    Abbiamo percorso un altro tratto di strada senza muoverci d’un passo, ma facendo volare la mente sulle orme dei grandi esploratori.
    E adesso sediamo anche noi sotto le piccole foglie dell’ulivo contorto, mentre intorno i cani abbaiano e i gatti miagolano, come sanno fare da quando i cani sono nati cane e i gatti gatto.
    Alza gli occhi, in un cielo privo di nuvole ti sorprenderà il volo apparentemente casuale di un passero.
    In un battito di ciglia abbiamo viaggiato attraverso secoli e continenti, semplicemente fermandoci a guardare dentro le cose.
    “ Carpe diem, quam minimum credula postero “ recita il verso dalle Odi di Orazio.
    “ Vivi il presente, confidando il meno possibile nel domani “.
    Cani e gatti, ma nondimeno i pesci, seppure con distaccato mutismo, ce lo insegnano.

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  2. mi inchino a questo splendido commento che doverebbe essere il post.
    mi permetta una domanda scioccherella e fuori luogo, caro Easy Runner, ma se non mi sbaglio, la foto che lei ha scelto per il suo profilo e' niente poco di meno che Quel Curtis americano che ha sfidato Porco Rosso nei cieli italiani e sopra le acque del Mediterraneo a un duello all'ultimo sangue sugli idrovolanti, Mi sbaglio?

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  3. Lusingato per i complimenti e compiaciuto per aver trovato ospitalità sugli sgabelli della libreria più vivace del Pike Place Market, confido che i temi trattati e il tono confidenziale della conversazione consentano la partecipazione e i commenti di un più vasto pubblico di lettori del blog.
    Che le statistiche dichiarano numerosi e in costante aumento, a livelli di una piccola cittadina di provincia italiana.
    Passo ora a soddisfare una legittima curiosità e le motivazioni non casuali che hanno condotto alla scelta.
    La memoria non le fa difetto Miss Marple, quello sbruffone amante dei primi piani è Donald Curtis, pilota americano sciocchino e belloccio che sogna di diventare un grande attore del cinema e presidente degli Stati Uniti, allusione garbata quanto ironica a Ronald Reagan.
    Incarna il sogno americano sempre in movimento e dovendo scegliere un mezzo e un pilota di trasvolate oceaniche ( le scarpette di Easy Runner non camminano sulle acque ) per velocemente percorrere la tratta Torino-Seattle, mi sono affidato alle spericolate acrobazie del suo biplano.
    Non saprei dire invece se ricorda un indizio nascosto, ma illuminante, di quel capolavoro che è Porco Rosso di Miyazaki.
    Nei titoli di coda del film compare un disegno della Mole Antonelliana.
    Et voilà Madame, tre indizi costituiscono una prova!
    Il pilota immodesto e belloccio, il sogno americano, la Mole Antonelliana.
    Donald Curtis, alias Easy Runner in versione volante, c’est moi.

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